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  • Sla, Chantal Borgonovo 'nomina' i procuratori: 'Siate generosi'

    Sla, Chantal Borgonovo 'nomina' i procuratori: 'Siate generosi'

    E' stato un po' il tormentone di questa estate, l'Ice Bucket Challenge, la doccia gelata che aveva come obiettivo quello di sensibilizzare l'opinione pubblica alla lotta per sconfiggere la Sla. Tanti protagonisti del mondo viola si sono cimentati nell'auto-gavettone, pronti alla donazione benefica sopratutto verso la Fondazione Borgonovo, sempre vicinissima al mondo Fiorentina.
    Quattordici mesi dopo il distacco sofferto, doloroso ma inevitabile ("Perché la Sla è una malattia che uccide, sempre") dal suo adorato Stefano, le secchiate gelide dell’Ice Bucket Challenge hanno ravvivato il ricordo nella mente di lady Chantal Borgonovo e risvegliato gli animi di tanta gente. Anche lei, la vedova dell’ex giocatore viola, ha deciso di accettare la sfida e sottoporsi al gavettone, scrive Giulio Mola per Il Giorno: "È un’iniziativa lodevole che va presa per quella che è: una sorta di campagna virale piovutaci addosso dagli States, ma in quel secchio d’acqua è racchiuso un potenziale enorme. Se la doccia gelata può servire a sensibilizzare tutti sulla Sla e ad un gesto concreto di libera donazione, ben venga l’idea. Anche perché ormai già da parecchi giorni tutti parlano di sclerosi laterale amiotrofica". 

    Anche lei ha aderito.
    "Ero fra le nomination di Robero Baggio. Ma le ripeto, l’iniziativa mi piace perché è nata da un ragazzo americano, ex giocatore di rugby, pure malato di Sla. E’ stato lo stesso ideatore a spiegare che che la secchiata d’acqua gelida non è casuale, perché produce su chi la riceve, seppur per pochi istanti, la stessa sensazione di chi combatte la Sla, ovvero di irrigidimento, di immobilità. Però aggiungo che in Italia si rischia di esagerare, di far andare l’iniziativa oltre il suo significato reale".

    Cosa vuol dire?
    "Che negli Stati Uniti l’obiettivo concreto è la raccolta di fondi destinati alla ricerca, e finora pare siano stati raggiunti 70 milioni di dollari. Questi sono numeri strepitosi. Da noi rischia di diventare un gioco, una catena di Sant’Antonio, mentre io la considero sì una goliardata, ma pure molto seria".

    Ci fosse ancora Stefano avrebbe aderito all’invito?
    "Ma certo. Lui avrebbe fatto qualsiasi cosa, sapete benissimo con quale spirito ha affrontato la malattia. Noi non ci siamo divertiti affatto negli ultimi anni, i problemi che riguardano la Sla da risolvere sono tanti, però prendiamo l’iniziativa per quella che è, ovvero un modo per parlarne. Magari può far discutere, ma non esiste una soluzione migliore o peggiore. Le proprie croci si possono sopportare con meno fatica usando la leggerezza e il sorriso".

    Come procede la raccolta fondi per la sua associazione?
    "Credo sia presto per parlarne, meglio aspettare ancora una settimana e dare numeri precisi. E’ un’iniziativa virale, speriamo che anche in Europa si possano raggiungere i risultati ottenuti negli States".

    L’invito di Renzi ai direttori dei giornali è stato simpatico.
    "Un gesto importante quello del premier, ha reso onore a mio marito e alla fondazione che porta il suo nome, agli sforzi che stiamo facendo per combattere il male"

    E perché lei ha “nominato, fra gli altri, i procuratori del calcio
    "Quella dei signori 5% era una categoria che nessuno aveva toccato. I primi a dare il buon esempio sono stati gli ex manager di Stefano, lo studio Branchini e Carlo Pallavicino".

    La ricerca ha bisogno di un grande aiuto.
    "Tutto vero. Le cause della malattia sono sconosciute e poi c’è la certezza che purtroppo di Sla si muore. E’ solo questione di tempo. Però è importante riuscire a supportare chi soffre e le rispettive famiglie, e questo è l’obiettivo della Fondazione Borgonovo".
     

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