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    Sassuolomania: Berardi resta qua: c'è Vadalà!

    Sassuolomania: Berardi resta qua: c'è Vadalà!

    Scusate per il titolo, ma licet insanire per Berardi. Non so se avete visto l'assist a Belotti, ieri sera. Forse stavate guardando una spettacolare gara 6 fra Sassari e Reggio Emilia, e ve lo siete persi. Altri di voi probabilmente non ci credevano, al passaggio del turno degli azzurrini, così sono usciti a bersi un cocktail, l'animo happy; altri ancora, invece, hanno già affrontato e dimenticato tutto, tracannandoselo dopo, il cocktail, o più semplicemente dormendoci sopra.  

    Ma noi siamo qui per raccontarvi anche ciò che di inutile resta memorabile, che va al di là dei cocktails, ovvero ciò che è inutilmente indimenticabile. Poiché se è vero che l'Unger 21 sta tornando a casa triste triste, è vero anche che la prodezza di Berardi è ferma qua, basta cliccare play, dentro lo schermo. Ve lo raccontiamo, poi, soprattutto, perché quel lancio cascato a fagiolo nell'area degli inglesi, spiove anche, e a pieno titolo, (a mo' di argomentazione in movimento), nell'area di rigore del mio ultimo articolo.

    Berardi la stoppa, poi alza la testa convergendo qualche metro. Nel frattempo vede il taglio perfettamente a tempo di Belotti e zam: "Veni, vidi e sciabolai", potrebbe scrivere in futuro, a quattro mani con Piccinini, in una di quelle autobiografie che vanno tanto. "E sciabolò perfettamente a tempo", ricorderemmo noi lettori, complici appassionati.

    Berardi assist-man uguale Berardi trequartista? Ci ritorno sopra per un attimo, visto il breve strascico di commenti che ho provocato l'altra volta. Ribaltate l'azione, usando l'asse verticale del campo come punto di riferimento. Ora immaginatevi Berardi sempre sulla trequarti, dall'altra parte però, che si accentra da sinistra verso destra. La cosa non sarebbe infrequente per un trequartista. Se fosse un Pirlo (tanto da fantasista quanto da regista), cioè quasi un ambidestro, proverebbe a calciare col piede debole, confidando nei suoi mezzi tecnici ben distribuiti. Fosse Zambrotta? Probabilmente farebbe una morigerata apertura orizzontale al terzino opposto, senza scomodare gli angeli custodi degli attaccanti con verticalizzazioni azzardate. Berardi, invece, tornerebbe semplicemente sul sinistro, il suo piede. O dribblando l'avversario, se va bene, o incartandosi, o comunque rallentando i tempi di gioco. Difficile pensare a una sciabolata col destro. I mancini puri, tranne i terzini, quando sono esterni alti devono giocare il più possibile lontano dal margine sinistro del campo (cioè a destra), sempre che non facciano del cross la loro arma migliore. Una forza oscura li trascina verso quel limite-bordo, una gravità sinistra, chiudendogli a poco a poco le giocate. Lontani da quella fascia, dal loro personalissimo precipizio, poiché quella forza d'attrazione si allenta attraversando il campo in orizzontale, sembrano più liberi di muoversi, i mancini, più liberi di spaziare. Dei giocatori come gli altri. Invece no, non lo sono. Convergere verso la porta, allora, non sarà altro che trasformare un vincolo in un'opportunità, una stampella in un supporto per fucile. Pensate a Robben, alla sua solita finta e a quel tiro dal limite a girare sul secondo palo. Robben non lo fa apposta, è necessitato. Sente quel richiamo oscuro, proprio come il nostro Domenico: giocano su un piano impercettibilmente inclinato.

    Perciò, Diego_menti_palloned, del tuo commento trovo inadeguati gli esempi (non a caso gli stessi miei, di oggi, Pirlo e Zambrotta). Avrei capito Ozil, al massimo, o qualche altro nome che forse si potrebbe fare senza scomodare Messi (che comunque, guarda caso..), ma non ci saremmo ancora. Che poi abbia vent'anni, Berardi, è vero, così com'è vero che non è ancora andato a Lourdes per risolvere l'enigma gamba destra.

    Per quanto interessante, invece, l'obiezione di BiscoHC (del Tevez che si defila comunque, partendo dal 4-3-1-2) rivela, a mio avviso, lo stesso limite non indifferente: mentre Dybala forse sì (è un talento diverso, un mancino diverso), Berardi non potrebbe mai svariare à la manière de Tevez, e non starò a ripetervi il perché, che è poi soltanto e in fin dei conti il mio parere.

    In conclusione, mettiamoci tutti quanti il cuore in pace, dato che ieri sera i dirigenti delle due società hanno raggiunto l'accordo in via ufficiosa, se non definitiva. Ecco il compromesso: il Sassuolo riscatterà il cartellino di Berardi, lasciando alla Juve il diritto di riacquisto a partire dall'estate 2016. Questo anche perché dal fronte argentino, al centro dell'affare Tevez, si parla di un tal Vadalà come contropartita tecnica per la Juve. E' giovanissimo, è destro e gioca trequartista. Vada lui, allora, Vadalà, alla Juve. Domenico non parte. Resta qua.

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