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  • Genoamania: un cerchio (quasi) chiuso nella terra di Giotto

    Genoamania: un cerchio (quasi) chiuso nella terra di Giotto

    • Marco Tripodi
    Cerchio quasi chiuso. Otto mesi dopo la disastrosa disfatta del debutto, il Genoa si lascia definitivamente alle spalle la peggior partita della propria stagione
    L'1-1 rimediato ieri al Franchi, in casa della Fiorentina, forse non sana del tutto la ferita del 4-1 interno incassato alla prima di campionato. Se non altro però la cicatrizza, evidenziando la crescita esponenziale avuta dal Grifone in questi mesi.

    Certo, il lieto fine non c'è stato, perché soltanto una vittoria avrebbe potuto riequilibrare la situazione. Ma il dolce epilogo è spesso una prerogativa esclusiva di Hollywood che difficilmente viene replicata nella vita reale. Anche se ieri sera la banda di Gilardino ai tre punti c'è andata davvero molto vicino. Specialmente nel primo tempo quando il prato verde di Firenze ha assunto tinte nettamente pendenti al rossoblù. Poi l'uscita di Messias e la contestuale reazione dei viola hanno invertito il trend, regalando un pareggio tutto sommato giusto. 

    ECCESSO DI UMILTA' - Eppure le recriminazioni dei tifosi genoani non mancano. A farle aumentare è soprattutto l'ennesimo episodio dubbio di una stagione non certo fortunata dal punto di vista arbitrale. Al di là delle discussioni sulla legittimità o meno del fallo commesso da Kayode su Retegui (io personalmente sto dalla parte di chi sostiene che i rigori così si dovrebbero mai fischiare, ma questa è un'altra questione) ciò che lascia perplessi è la gestione dell'episodio da parte dell'arbitro Di Marco. Un fischietto alla prima uscita in Serie A che evidentemente si è fatto in qualche modo suggestionare e condizionare dai colleghi più esperti presenti in sala Var, andando a fare ciò che non dovrebbe: cambiare una decisione che spettava sono a lui

    CONFUSIONE - Da anni ci raccontano che il Var deve intervenire soltanto per sanare errori chiari ed evidenti da parte del direttore di gara. In tutti gli altri casi la discrezionalità resta ad appannaggio di chi sta in campo. Ce lo hanno fatto capire dopo il contestatissimo gol di Pulisic in Genoa-Milan dello scorso ottobre; ce lo hanno ribadito due mesi più tardi al cospetto dell'altra compagine meneghina, con l'altrettanto dubbia rete di Arnautovic. In quei casi il Var non poteva intervenire. E infatti non lo ha fatto. Ieri però questa regola è venuta meno. Forse il fatto che nei primi due casi ci fossero di mezzo Milan e Inter non c'entra nulla. Forse il dubbio che il colore delle maglie possa pesare su una decisione è soltanto complottismo di bassa lega. Ma il sospetto che una qualche influenza possa averla resta molto forte. Soprattutto quando al momento della prova dei fatti la smentita arriva puntuale come è stato ieri sera. 

    GEOMETRICI - L'unico motivo di consolazione per il tifoso genoano è che a questo punto della stagione due punti in più o uno in meno non fanno molta differenza nell'ormai placida classifica rossoblù. Allora tanto vale evitare di farsi dell'inutile sangue marcio, gustandosi ancora una volta la bella prova offerta dai ragazzi di Gilardino. Capaci nella patria di Giotto di chiudere quel cerchio aperto ad agosto. O quantomeno di andarci molto vicino.

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