Il futuro e il passato di Antonio Conte, adesso, si intrecciano in un rebus che fa sponda su Scommessopoli. L’allenatore bianconero è stato chiamato in causa dal pentito Filippo Carobbio che lo tira dentro, direttamente, per la presunta combine con il Novara.
Secondo l’ex centrocampista del Siena, fu proprio Conte a dire ai giocatori, durante una riunione tecnica, che il pari con il Novara era già nel cassetto. Il tecnico bianconero sarà ascoltato con tutta probabilità ai primi di giugno, quando sarà già partito il processo che chiama in causa la serie B, seguendo la divisione in "tronconi” voluta dalla Figc. Di sicuro, Conte sarà interrogato dopo la seconda audizione di Filippo Carobbio, dalla quale partirà la seconda fase di inchiesta che toccherà le squadre di serie A tirare dentro allo scandalo dai diversi filoni penali, da Cremona, a Bari e Napoli.

E’ vero che la giustizia sportiva ribalta l’onere della prova (è l’imputato che deve smontare l’accusa), ma è altrettanto vero che sette tesserati che negano il fatto protrebbero rappresentare un puntello per l’allenatore della Juve. Da qui la necessità di ascoltare altri tesserati del Siena della scorsa stagione, per delineare i contorni di una posizione e un eventuale deferimento che per ora assume contorni da definire. Non bisogna dimenticare però, che Stefano Palazzi e i suoi vice considerano Carobbio (e Gervasoni) «testimoni credibili, attendibili» e prova ne è la prima raffica di deferimenti. Conte rischia per illecito sportivo, se gli 007 federali daranno seguito alle dichiarazioni di Carobbio. E sarebbero guai seri per il suo futuro da allenatore della Juve.