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  • Lo stellone e la classe di Mourinho

    Lo stellone e la classe di Mourinho

    Il video fa ancora il giro del web ed è uno dei più cliccati. "Porquè? Porquè? Porquè?" schiumava rabbia Mourinho nello spogliatoio del Bernabeu dopo il k.o. nella semifinale d'andata della Champions 2011 contro il Barcellona. Immagine celebre. Gara decisa dall'espulsione di Pepe per un'entrata accentuata da Dani Alves, doppietta di Messi e tutti a casa. Quella sera Mou fece pubblicamente la sua 'lista nera' degli arbitri internazionali. Nome dopo nome: Ovrebo, Busacca, Frisk, Stark e De Bleeckere.

    Uno (Frisk) lo aveva già fatto smettere qualche anno prima dopo averlo accusato di aver maneggiato con Rijkaard nell'intervallo di un Chelsea-Barcellona al veleno che gli era costato l'appellativo di "nemico del calcio" oltre a due giornate di squalifica. Gli altri avevano la colpa di aver aiutato il Barcellona a costruire la sua leggenda o di averlo danneggiato. A quella lista Mourinho non potrà certamente aggiungere il nome del turco Cakir, che con l'espulsione esagerata di Nani ha spianato la strada dei quarti al Real Madrid facendo piangere Manchester.

    E' uno strano paradosso per lo Special One. E' uno degli allenatori più temuti e odiati dagli arbitri ma, allo stesso tempo, anche un tecnico capace di costruire le sue fortune sugli episodi. Non è solo buona sorte. Per essere chiari, il Real Madrid ha ribaltato la partita in poco più di dieci minuti dopo il rosso a Nani e non era scontato. La mossa decisiva è stata l'inserimento di Modric e Mourinho l'ha effettuata senza nemmeno pensarci su un istante dopo che Cakir gli aveva regalato la superiorità numerica.

    "La Champions è la competizione dei dettagli" ama ripetere Mou. Ha ragione. A lui spesso è andata bene. Era già capitato all'Old Trafford nel marzo 2004: Manchester United-Porto sull'1-0 per gli inglesi dopo il pareggio a reti bianche dell'andata. Gol annullato a Scholes per fuorigioco inesistente e a tempo scaduto colpo qualificazione di Costinha grazie a una papera di Howard. Arbitro Ivanov. Un altro non sulla lista.

    E poi la cavalcata del Triplete in cui l'Inter fu straordinaria anche a capitalizzare i momenti decisivi. Come contro il Chelsea a San Siro nell'andata degli ottavi: Ancelotti furioso per un contatto Samuel-Drogba lasciato correre dallo spagnolo Mejuto Gonzalez. O nella doppia sfida al veleno con il Barcellona. All'andata un rigore di Sneijder su Dani Alves ignorato e il 3-1 di Milito in leggero fuorigioco.

    L'arbitro? Il portoghese Benquerenca sul quale si concentrarono i veleni della stampa catalana con sospetti di vicinanza in affari proprio con Mourinho. E al ritorno (De Bleeckere) Inter in inferiorità numerica subito per la sceneggiata di Busquets costata il rosso a Thiago Motta e gol annullato (mani?) a Bojan a tempo scaduto. Sarebbe valso il biglietto per Madrid a favore del Barcellona.

    La storia della Champions League è in realtà spesso decisa da episodi e fischi sbagliati. Il record spetta sempre agli errori di Ovrebo che eliminarono il Chelsea nel 2009 aprendo la strada al Barcellona e facendo infuriare Drogba. Dunque nessuno scandalo. Mourinho li ha cavalcati esattamente come i suoi predecessori. Però il segnale è forte e deve allarmare gli avversari. Il portoghese costruisce i suoi capolavori anche semplicemente sfruttando la scintilla di un episodio. A Manchester ha incenerito Ferguson in dieci minuti e ora il Real Madrid va da favorito verso l'urna di Nyon.

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