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  • Violamania: parenti serpenti

    Violamania: parenti serpenti

    • Luca Cellini
    Ci sono giorni ed occasioni durante l’anno in cui tutti noi, magari controvoglia, consapevoli che si tratti di ipocrisia, puro conformismo e reale finzione, dobbiamo comportarci come non vorremmo per il buon vivere o per semplice opportunismo. In quelle circostanze dobbiamo circondarci di persone che magari non frequentiamo per tutto l’anno, o che facciamo di tutto per evitare nel resto dei 364 giorni ma che in quelle ore siamo portati a patire, seppur con fatica, per evitare significative problematiche future. Il regista Mario Monicelli nel suo film Parenti serpenti descrive perfettamente una di queste situazioni, ovvero il giorno di Natale, quando ci si ritrova spesso in casa del consaguineo più anziano, in questo caso i nonni della famiglia, ed in cui attorno ad un tavolo si ritrovano parenti, amici e conoscenti, che nel nome della festività dedicata alla nascita di Gesù Cristo fingono di volersi bene e di rispettarsi in nome del Santissimo. Il finale tragico del lungometraggio del regista viareggino scomparso quattro anni e mezzo fa racconta perfettamente cosa comporti essere insinceri anche e soprattutto con le persone a cui naturalmente bisognerebbe voler bene.

    Speriamo che per la Fiorentina vada molto diversamente del non happy ending di Parenti serpenti, anche se il clima che si respira in queste ore intorno al mondo viola è esattamente quello che vede coinvolti nelle ore di avvicinamento al Natale all’interno della famiglia Saverio. I messaggi arrivati del club guidato dalla famiglia Della Valle sono l’accentuazione di quello che il tifoso medio chiede al collega critico e alla stampa durante il resto dell’anno ovvero unità di intenti con l’unico obiettivo in questo di raggiungere la prossima finale di Europa League, traguardo stagionale a questo punto minimo da centrare per non definire fallimentare questa annata. La premessa è d’obbligo: va bene, tutti uniti dietro il bandierone viola e al fianco dell’altro con il solo scopo di ritrovarci insieme il 27 maggio prossimo allo stadio Olimpico di Varsavia, contro un avversario a caso fra Napoli e Dnipro, ma dopo aver sottolineato come lo spirito del vero supporter viola in questa stagione l’abbia interpretato soprattutto nel mese difficile in termini di risultati, ovvero quello appena passato di aprile, di fatto esclusivamente la curva Fiesole, capace di tifare e non fischiare anche dopo le recenti sconfitte casalinghe contro Verona e Cagliari; giusto togliere subito quello strato insopportabile di ipocrisia.

    Ok, l’obiettivo è provare a vincere la finale di Europa League, qualificarsi dunque matematicamente alla prossima Champions League e finalmente dopo 13 anni far aprire la bacheca della sede societaria del club gigliato guidato dalla famiglia Della Valle però la stampa ma anche la tifoseria è giusto che si stringa intorno alla Fiorentina ma la prima non è onesta intellettualmente e non è pagata per sostenere a prescindere con le proprie parole ed i propri articoli Manuel Pasqual e compagni, anzi svolge il suo vero compito se analizza, critica e suggerisce quando è opportuno come risolvere le problematiche del club e della squadra; e la seconda non può avere il certificato di vero cuore viola soltanto se dice cose positive e sorregge la proprietà, i suoi dirigenti, il tecnico ed i calciatori. Proviamo da qui al termine della gara di ritorno contro il Siviglia a nascondere sotto il tappeto le molliche prodotte dal banchetto gigliato da inizio stagione ad oggi, l’importante è che poi dalle parti di via Manfredo Fanti ci si ricordi di raccoglierle quelle briciole con scopa e paletta a fine stagione, cosa che nelle annate scorse non è stato fatto del tutto. Che qualcosa negli ultimi mesi sia cambiato è evidente anche al più cieco tifoso anarco-insurrezionalista viola. I dirigenti dimessesi all’improvviso, qualche punzecchiatura dialettica fra proprietà e tecnico, prestazioni troppo altalenanti dei top player, andranno analizzate con accuratezza ed efficacia a fine anno ma le soluzioni a tali problemi andranno trovate ben prima. Altrimenti, al netto dell’eventuale notte di Varsavia, il salto della caldaia a gas stavolta potrebbe provocare danni davvero irreparabili in casa Fiorentina.
     

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