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  • Sampmania:| Grandi giocatori per una grande squadra
Sampmania:| Grandi giocatori per una grande squadra

Sampmania:| Grandi giocatori per una grande squadra

Dicono che le grandi squadre siano quelle che sanno vincere anche quando non giocano bene. Se è vero, allora la Sampdoria è a tutti gli effetti una grande squadra. Contro il Parma è andato in scena un po' a sorpresa il peggior primo tempo della gestione Rossi, i blucerchiati erano imprecisi, lenti, macchinosi e privi di quel furore agonistico che nelle giornate precedenti li aveva contraddistinti. Il 'braccino', insomma, aveva fatto capolino: quel pizzico di paura che si presenta quando l'obiettivo minimo è lì a portata di mano. Nell'intervallo qualcosa è successo, i giocatori evidentemente si sono guardati in faccia e da grande gruppo hanno saputo ritrovare il bandolo della matassa fino a sbrogliarla, battendo il Parma e volando a più quattordici sulla zona retrocessione.

Missione compiuta, anche se una grande squadra non vuole fermarsi, e allora fin dal giorno dopo si è iniziato a pensare a qualcosa di più, guardando alla parte sinistra della classifica come nuovo obiettivo. Purtroppo l'Europa è molto lontana. I numeri dicono che con Delio Rossi questa Samp sarebbe tra le prime in campionato, con una delle migliori difese, ma il ritardo accumulato non può autorizzare a sognare. Piedi per terra dunque, con il rimpianto di aver accelerato troppo tardi. Indietro non si guarda, anche perché gli occhi devono essere ben puntati sul campo, dove ci sono giocatori che brillano. C’è Romero che non sbaglia più niente, ci sono Palombo e Gastaldello amici ritrovati, c'è la sorpresa Costa diventato pilastro, e quel dualismo Eder-Sansone piacevole per tutti, in campo e fuori.

Le certezze sono ritornate tali, ma a fare scalpore sono i giovani. Di Mauro Icardi e Pedro Obiang tutto si è detto (non sono ancora campioni ma statene certi, lo diventeranno). Di altri si è parlato meno, vuoi perché meno giovani, vuoi perché maggiormente oscuri nell'economia del gioco. Nenad Krsticic, classe 1990, è uno di questi. Un mediano vero, un calciatore a tutto tondo, capace di far girare la squadra e nel contempo di recuperare una quantità di palloni quasi impossibile da contare. Basta spacciarlo per il ragazzo che ha battuto la malattia: Krsticic è un grande giocatore che non sente le sirene del mercato perché una decisione l'ha già presa. Vuole la Samp, possibilmente a vita.

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