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  • Sabatini: come sarebbe la classifica con Mihajlovic al Napoli e Sarri al Milan?

    Sabatini: come sarebbe la classifica con Mihajlovic al Napoli e Sarri al Milan?

    Mai vista una domenica così intrigante e ingarbugliata dagli incroci del destino. In due partite si sfidano quattro allenatori che hanno “sbagliato” panchina. Le loro storie si incrociano in questa giornata d’autunno, che non sbiadisce i ricordi sulle sfilate di panchine in primavera-estate 2015. Riassunto: Mihajlovic era a un passo dal Napoli mentre Sarri parlava al telefono con Galliani, Mancini si scomodava per la panchina dell’Inter dove Zenga si sarebbe accomodato anche gratis.

    Quando erano il più talentuoso numero 10 italiano e il miglior numero 1 d’Europa, li chiamavano “Mancio” e “Uomo Ragno”. Icone, simboli, cuore e batticuore di Sampdoria e Inter. Carriere parallele con incroci improvvisi. Una partita a Marassi, una ventina d’anni fa: Mancini venne espulso per proteste dall’arbitro Nicchi (attuale numero 1 dell’AIA); la sera stessa gli arrivo la telefonata di Moratti. Il giorno successivo organizzarono una cena, clandestina, a metà strada tra Milano e Genova: un bel ristorante di Ovada. Tutto fatto per il trasferimento all’Inter. Ma il “Mancio” non se la sentì, all’ultimo momento e all’ultimo giorno di mercato, di tradire la famiglia Mantovani.

    La fine della carriera nerazzurra di Zenga fu invece più traumatica: salutò da eroe, a San Siro, dopo una Coppa Uefa conquistata con i suoi miracoli in finale. Sulla scia dell’epilogo trionfale, fu comunque “costretto” ad andare alla Samp, perché l’Inter aveva già acquistato Pagliuca, proprio dai blucerchiati. Così ora è stato “costretto” ad allenare la Samp, pur sognando l’Inter del dopo-Mazzarri.

    Il fascino romantico e storico di Samp-Inter è il “come eravamo” di Walter Zenga e Roberto Mancini. Belle favole da cinema, filmoni anche un po’ strappalacrime. La storia di Mihajlovic e Sarri è invece opera dello stesso sceneggiatore di “Sliding Doors”: panchine girevoli. Quel che nessuno può scrivere né raccontare, diventa il tormento impossibile di qualsiasi storia calcistica: come sarebbe stato il Milan di Sarri, dove sarebbe arrivato il Napoli di Mihajlovic. Meglio o peggio? Chi è più bravo? Quanto sarebbero cambiate le strategie di mercato?

    Con i famosi “se” e “ma”, non si va tanto lontano. Sono giochetti, ipotesi, sogni, suggestioni. L’altra sera, a Premium Sport, mentre chiedevo come sarebbe in classifica il Milan se fosse allenato da Sarri e quale modulo avrebbe il Napoli se fosse guidato da Mihajlovic, mi ha scritto un tifoso neutrale su Twitter. “Caro Sabatini, sai la storia di mia nonna che se aveva le ruote era un carretto?”. Ho sorriso. E’ vero. Ma è il bello del calcio. E perciò è bello immaginare romanticamente come sarebbe l’Inter di Zenga contro la Samp di Mancini. Ma ancor più, per risvolti tecnici e tattici, come sarebbe il Milan di Sarri che sfida il Napoli di Mihajlovic.

    Viene da immaginare Valdifiori al posto di De Jong e probabilmente Romagnoli anziché Koulibaly. E poi due ali che supportano Bacca in rossonero, con Balotelli che vivrebbe ancora in quel di Manchester o forse proprio a Napoli. E può essere, ma non è sicuro, che Gabbiadini (già pupillo blucerchiato) sarebbe diventato il partner prescelto per Sua Maestà Higuain. Forse. Chissà.

    Di sicuro sarebbero state squadre molto, fin troppo diverse. Con quali risultati, è un giochino da Playstation: pura fantasia virtuale, seppur quasi uguale alla realtà. Comunque provateci, con Fifa16. Prima e dopo la partita reale, chissà che succede quando comandano i controller anziché gli uomini in carne e ossa.

    E chissà se tutti hanno raccontato la verità, su come andò la trattativa tra Miha e De Laurentiis in contemporanea ai contatti tra Galliani e Sarri. Viene facile pensare che Sinisa abbia carattere troppo risoluto per il presidente del Napoli. Altrettanto facile immaginare che Sarri sia troppo operaio e comunista per Berlusconi. Sarà anche così, ma se proprio ci dev’essere stato qualche particolare extra-calcio nella scelta rossonera, quel che Berlusconi sopporta addirittura meno dei comunisti sono i tabagisti dall’aspetto trasandato. Ecco, Sarri con quella barbetta sempre di due giorni e due pacchetti di Marlboro in tasca…

    Alla fine, ogni allenatore è nella panchina sua. Anche per una questione di look. E non solo per “colpa” di Sarri. Si poteva vedere Mihajlovic con lo sciarpone, a Napoli?

    Sandro Sabatini (giornalista Mediaset Premium)

    Twitter: @Sabatini  -  Facebook: SandroSabatiniOfficial

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