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  • Pippo Russo: gol, scontri e Marotta, il bello e il brutto del derby della Mole
Pippo Russo: gol, scontri e Marotta, il bello e il brutto del derby della Mole

Pippo Russo: gol, scontri e Marotta, il bello e il brutto del derby della Mole

Tutto il meglio e tutto il peggio intorno a una sola partita. Questo è stato il Derby della Mole, vinto dal Toro dopo un digiuno di vent'anni. In campo una partita di straordinaria bellezza, tale da giustificare per una volta gli aggettivi e i superlativi abusati per descrivere un campionato da anni scivolato nella mediocrità. Ma prima e intorno alla gara, ecco tutto il brutto possibile: assalto al pullman della Juventus, parole in libertà dell'amministratore delegato bianconero Marotta contro i "giornalisti antijuventini", e infine un gesto criminale partito dal settore del tifo bianconero con conseguenze che avrebbero potuto essere gravissime. E alla fine d'una giornata dai contrasti a tinte così forti, l'ennesima sconfortante impressione: se riesce a rovinare anche una così bella giornata di sport, il calcio italiano avrà difficoltà più gravi del preventivato nel tentativo di uscire dalla crisi in cui s'è avvitato.

Iniziamo dalla partita. Stupenda, tirata, giocata a un ritmo che non pareva nemmeno da campionato italiano. Piena di prodezze e errori, appassionante e folle. Un derby vero, come quelli di una volta. Quando le gerarchie tecniche e di classifica si azzeravano nel momento della palla al centro, e per 90 minuti si viveva uno scontro fra due pattuglie che bruciavano energie sufficienti per tre gare, dimenticando da dove arrivassero e facendo come se quella fosse l'ultima partita di calcio del genere umano. E in questo quadro rientra la vittoria del Toro, capace di ribaltare il risultato e di finire la partita  con gli acciaccati in campo per aver esaurito le sostituzioni. Ma anche la Juventus, pur non nella sua giornata migliore, ha fornito una prova all'altezza del clima da cappa e spada e del suo fresco rango di semifinalista Champions. Uno spettacolo straordinario sia per i tifosi che per lo spettatore neutrale. E qui, purtroppo, finiscono le cose positive.

Le cose negative cominciano dal raid contro il pullman della Juventus. Sassi e bottiglie all'indirizzo del mezzo, cui è stato danneggiato un vetro. Per fortuna nessun danno alle persone, ma questo non sminuisce la gravità dell'episodio, né è sufficente dire che non si tratti del primo caso d'assalto al pullman di una squadra. Perché far passare questo argomento significa compiere un ulteriore passo verso l'assuefazione al peggio, e allora il prossimo passo saranno le fucilate, come successo in Turchia alla comitiva del Fenerbahce meno di un mese fa. Ci sono poi state le infelici dichiarazioni di Beppe Marotta ai microfoni di Sky. Secondo lui l'ignobile raid subito pochi minuti prima dall'automezzo juventino sarebbe colpa anche dei giornalisti antijuventini e del loro fomentare un clima di tensione. E dobbiamo averne proprio tante di colpe, noi giornalisti. A cominciare da quella di annoverare fra i nostri colleghi quel cronista Sky che, anziché fare una doverosa difesa della categoria da ogni generalizzazione, si è limitato a pigolare: "Ovviamente noi ci tiriamo fuori". Giornalismo d'assalto, giusto per rimanere in clima con le prodezze di giornata. A ogni modo, oltreché inopportune le parole di Marotta sono state incaute perchè durante la partita è toccato a dei teppisti in bianconero prendersi la scena. E senza bisogno d'essere aizzati da giornalisti anti-granata. Il lancio della bomba-carta verso un settore popolato da tifosi torinisti è non soltanto un gesto criminale, ma anche l'ennesima dimostrazione dell'incapacità di garantire la sicurezza nei nostri stadi. Perché se una bomba carta viene introdotta nel settore ospiti, cioè il segmento di stadio che più d'ogni altro dovrebbe essere filtrato, ciò significa che un grado accettabile di controllo è ancora ben lontano dall'essere raggiunto. E che si fa presto a strigmatizzare a ogni occasione quanto succede all'Olimpico di Roma, se poi anche "il civilissimo" Olimpico di Torino si rivela un colabrodo. Così ponendo le condizioni per consegnare alla cronaca nera una delle partite di calcio più belle dell'ultimo lustro. Evidentemente non siamo ancora capaci di meritarci qualcosa di diverso.

Pippo Russo
@Pippoevai

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