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  • Napolimania: invece dello stadio, ristrutturate le chiacchiere

    Napolimania: invece dello stadio, ristrutturate le chiacchiere

    Il piano di ristrutturazione del San Paolo si farà, ma più che altro perché è obbligatorio. Nella convenzione provvisoria firmata di recente è stato inserito l’impegno della società azzurra a fornire un proprio piano di ristrutturazione dello stadio (chiamato studio di fattibilità) che ha funzione di essere garanzia che il Napoli non guardi altrove per l’impianto in cui giocare. Il Comune aspetta la mossa della società: la convenzione aspetta di diventare definitiva. Ma il problema non sono i progetti, bensì i soldi. De Laurentiis  sono anni che dice di avere tanti progetti nel cassetto. E forse ora è il momento di tirarli fuori. Entro il 30 maggio (ultimo giorno utile) sarà presentato il piano. De Laurentiis ha le idee chiare: via la pista d’atletica, messa in sicurezza, servizi igienici, seggiolini etc. Cose già sentite, ma il vero nodo da sciogliere è che chi metterà i soldi.

    La società si aspetta che il Comune faccia la sua parte, soprattutto dopo il “no” del Consiglio a cedere lo stadio a De Laurentiis. Dall’altro lato il municipio si augura che la società faccia investimenti che in ogni caso torneranno utili al Napoli. De Laurentiis cerca di stimolare le aspettative dicendo che uno stadio migliore aiuterà a far crescere il fatturato del club e a ottenere migliori risultati, ma di certo non vuole impiegare risorse tutte sue. Non è da escludere che possa essere presentato un “socio”, magari nelle vesti di mega sponsor, che possa dare una mano. Al Comune non dovrebbe dispiacere, ma il vero nodo è che l’amministrazione della città ritiene il San Paolo un bene pubblico. Da qui l’utilizzo durante la settimana e da questa estate anche il ritorno all’arena per i concerti. Situazione che sconvolge De Laurentiis, che non vuole che il campo sia rovinato se non addirittura distrutto. Infatti il manto erboso è, di fatto, pagato interamente dal Napoli, e qui si è aperto un altro fronte.

    Il Comune insiste con i concerti, e dopo una serie di no il presidente ha fatto una minima apertura, a patto di avere qualcosa in cambio. Cosa? Che gli investimenti per gli spettacoli al San Paolo possano portare a nuove risorse per lo stadio e di conseguenza per il Napoli. Ovviamente con la garanzia che sarà fatto di tutto per evitare che il campo si rovini. In effetti anche al “Meazza” e all’Olimpico ci sono i concerti e non si parla di campo distrutto. La sensazione è che si sia solo all’inizio di una vicenda complessa, ma per ora una certezza c’è: che da una parte e dall’altra sono arrivate soltanto parole

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