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  • Empolimania: questione d'identità

    Empolimania: questione d'identità

    • Paolo Lazzari
    Normalità, umiltà, sacrificio. No, non si tratta di parole poste in fila così, a caso, specie se provi a pronunciarle in provincia e, nello specifico, ad Empoli. Sono gli imperativi categorici che contrassegnano la storia del club azzurro e che il presidente Corsi ha ricordato a tutti nella giornata di ieri, stuzzicando gli appetiti dei tifosi nell’eterno scontro campanilistico con Firenze. Ecco, ripensando a queste parole mi vengono in mente diverse vie di fuga per la stagione che deve ancora iniziare. 


    “Noi non siamo come voi”, dice Corsi riferendosi ai tifosi gigliati. Non ingigantiamo i successi, non ci perdiamo in presentazioni galattiche quando acquistiamo qualcuno e, di certo, difficilmente perdiamo la concentrazione nei momenti clou. Già, il confronto con Firenze. Roba che risale a Farinata degli Uberti (citato da Dante nella divina commedia) e che oggi si consuma a colpi di sfottò incassati (le battute sul Castellani smontabile) e distribuiti (contro la Juve la viola ha festeggiato all’andata scordandosi del ritorno, l’ultima stilettata di Corsi). Eppure non si tratta soltanto della classica rivalità nonsense. L’empolese è racchiuso tutto nelle parole del presidente: riservato, umile, capace di soffrire. Un contraltare perfetto rispetto alla tracotanza di chi sa di poter spendere maggiori forze sul campo, lasciando però a casa il cuore nei momenti decisivi.


    Allora penso che il confronto - anche tra società con obiettivi sensibilmente diversi - possa pure diventare costruttivo, perché il messaggio lanciato è chiaro: quest’anno sarà ancora più dura, ma possiamo farcela a patto di non dimenticare mai la nostra identità, quella che ha condotto sovente l’Empoli verso traguardi impensabili. Un ingrediente che, unito alle conferme di Tonelli e Saponara potrebbe davvero tradursi nel traguardo minimo: il mantenimento della categoria. 
     

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